1847

  • Antonio Favaro nasce il 21 maggio a Padova da Giuseppe, matematico, e da Caterina Turri, discendente di una famiglia del Polesine dai trascorsi patriottici.


1863

  • Antonio Favaro consegue la licenza liceale presso il ginnasio “Santo Stefano” di Padova, dove trova come insegnante Giacomo Zanella, di cui serberà sempre una memoria viva e che ricorderà come il primo ad avergli messo in mano uno scritto di Galileo.


1866

  • Antonio Favaro si laurea alla facoltà di matematica dell’Università di Padova, dopo un corso di studi che lo aveva visto allievo di Giusto Bellavitis, Serafino Rafaele Minich, Gustavo Bucchia, Domenico Turazza, Giovanni Santini. Studente fra i «più scalmanati», affascinato dal mito risorgimentale di Galileo, aveva partecipato a manifestazioni di dissenso contro la «sbirraglia austriaca», spingendo il rettore all’ostensione della quinta vertebra di Galileo per bonificare le aule universitarie macchiate da un’incursione delle milizie imperiali.
  • Sulla rivista «Il politecnico» Pasquale Villari, col titolo La filosofia positiva e il metodo storico, pubblica la prolusione al suo corso di storia presso l’Istituto di studi superiori di Firenze, che diverrà il manifesto del positivismo storico.


1869

  • Il 28 giugno Antonio Favaro ottiene il titolo di ingegnere presso la Scuola di applicazione di Torino con una tesi sul traforo delle Alpi Cozie, d’impianto marcatamente positivista per la costante retorica del progresso che la pervade e la lunga disamina storica che la precede. Il lavoro diverrà la sua prima pubblicazione, cui seguiranno un gruppo di scritti di ingegneria civile e matematica applicata.
  • Frequenta per alcuni mesi il Politecnico di Zurigo, nel tempo in cui vi insegna Karl Cullmann, un ingegnere ferroviario considerato il fondatore della statica grafica.


1870

  • Antonio Favaro viene chiamato all’Università di Padova come assistente da Domenico Turazza e presto deve sostituirlo, per una lunga assenza, nell’insegnamento di matematica applicata o meccanica razionale. Il 7 giugno tiene la sua prima lezione.
  • Il 20 giugno diviene membro aggregato della Società degli ingegneri e degli industriali di Torino.
  • Con un contributo sul traforo delle Alpi Cozie inizia la lunghissima collaborazione con la «Rivista periodica dei lavori [poi Atti e memorie] dell’Accademia di scienze, lettere ed arti in Padova», che ospiterà alcune delle sue rubriche galileiane più importanti.


1872

  • Bruciate le tappe da libero docente e da professore incaricato, Antonio Favaro viene nominato professore straordinario di statica grafica, materia che insegnerà per decenni, divenendo però ordinario solo nel 1882. Lungo la sua carriera insegnerà anche calcolo sublime (analisi infinitesimale) e geometria proiettiva.
  • Esce l’articolo Sulle prime operazioni del calcolo grafico, il primo di una lunga e significativa serie di contributi che Antonio Favaro scriverà per gli «Atti dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti».
  • Risalgono a quest’anno le prime lettere conservate del carteggio, in parte disperso, col principe romano Baldassarre Boncompagni, storico della scienza che il Favaro commemorerà come un maestro di rigore nella ricerca documentaria e nel ricorso alle fonti originali, ricordandone i «ben noti criterii di scrupolosa esattezza da lui spinti sino all’esagerazione».

 

1874

  • Inizia un’assidua collaborazione, che durerà nel tempo, col «Bullettino di bibliografia e di storia delle scienze matematiche e fisiche» curato da Baldassarre Boncompagni, pubblicando le Notizie storiche sulle frazioni continue dal secolo decimoterzo al decimosettimo, il primo lavoro di argomento storico che segue un gruppo di scritti giovanili di ingegneria civile e matematica applicata usciti negli anni precedenti.

 

1875

  • Il 15 luglio Antonio Favaro diviene socio effettivo dell’Accademia di scienze, lettere ed arti di Padova.
  • Il 9 settembre sposa Giuseppina, figlia di Domenico Turazza.
  • Entra in rapporto con Raffaello Caverni, al quale si era rivolto per informazioni riguardo al volume Problemi naturali di Galileo Galilei e di altri autori della sua scuola che il Caverni aveva stampato l’anno prima.

1876

  • Durante l’estate Antonio Favaro entra in contatto con Domenico Berti, a cui invia la propria recensione al suo volume su Copernico e le vicende del sistema copernicano in Italia nella seconda metà del secolo XVI e nella prima del XVII da poco pubblicata sulla «Zeitschrift für Mathematik und Physik», fondata fra gli altri da Moritz Cantor. Il Favaro ricorderà il Berti come colui che lo aveva spinto a non disperdere le proprie fatiche in una miriade di lavori di contenuto vario, ma a concentrarsi essenzialmente sugli studi galileiani.
  • Nel corso dell’anno pubblica su riviste diverse un gruppo di scritti di argomento sismologico.


1877

  • Con la tipografia editrice di Francesco Sacchetto Antonio Favaro pubblica a Padova le Lezioni di statica grafica, già in parte anticipate in un volume litografato, uscito nel 1873 presso la Litografia Fracanzani. Presto seguiranno una traduzione spagnola e una francese, corredata da una lunga introduzione storica.
  • Il primo maggio nasce Giuseppe, figlio di Antonio Favaro e Giuseppina Turazza.


1878

  • Antonio Favaro dà l’avvio come libero docente al corso di storia delle matematiche, che continuerà a tenere fino al 1911, quando sarà soppresso per le disposizioni della legge sull’insegnamento superiore.
  • Apre un filone di contributi sulla storia dello Studio di Padova, che si rivelerà assai prolifico, pubblicando Lo Studio di Padova e la Compagnia di Gesù sul finire del secolo decimosesto negli «Atti dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti», e soprattutto La storia delle matematiche nella Università di Padova. Lettera a Don Baldassarre Boncompagni sul «Bullettino di bibliografia e di storia delle scienze matematiche e fisiche», dove sottolinea l’importanza delle conoscenze storiche anche per la ricerca scientifica e definisce «il metodo storico non solo come di grandissimo giovamento per se stesso nello studio delle scienze, ma altresì come un potente strumento nelle mani dell’insegnante».
  • Il 23 giugno nasce Maddalena, figlia di Antonio Favaro e Giuseppina Turazza.


1879

  • Sul «Bullettino di bibliografia e di storia delle scienze matematiche e fisiche» esce il noto e cospicuo saggio di Antonio Favaro Intorno alla vita ed alle opere di Prosdocimo de’ Beldomandi, matematico padovano del secolo XV, uno spaccato sull’insegnamento delle matematiche a Padova nel Quattrocento.
  • Philippe Tamizey de Larroque, che intratterrà con Antonio Favaro un rapporto epistolare non sporadico, pubblica con l’editore Noubel et Lamy di Agen il primo dei 21 volumi di Les correspondants de Peiresc, che continueranno a uscire presso editori diversi fino al 1897.


1880

  • Negli «Atti dell’Accademia di scienze, lettere ed arti di Modena» Antonio Favaro pubblica il suo primo scritto di argomento galileiano, Le aggiunte autografe di Galileo al Dialogo sopra i due massimi sistemi nell’esemplare posseduto dalla Biblioteca del Seminario di Padova.
  • Nel maggio soggiorna a Firenze e consulta per la prima volta i manoscritti galileiani della Biblioteca Nazionale.
  • Negli stessi giorni conosce Cesare Guasti, allora soprintendente dell’Archivio di Stato di Firenze, che rievocherà come il primo giudice del proprio progetto di edizione delle opere di Galileo, ricordando con gratitudine il suo incoraggiamento a portarlo avanti.
  • L’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti bandisce il concorso Tomasoni, per un premio di 5000 lire da destinare alla stampa del miglior lavoro sulla storia del metodo sperimentale in Italia. Mancando nei termini stabiliti l’accordo su un vincitore, la scadenza è prorogata al 1889.

1881

  • Il 29 maggio Antonio Favaro diviene membro effettivo dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti.
  • Tramite Cesare Guasti conosce Isidoro Del Lungo, che lo accompagnerà lungo il cammino dell’edizione galileiana e stringerà con lui un solido e sincero rapporto di amicizia che durerà per tutta la sua vita. Accademico della Crusca fra i più attivi e stimati, Isidoro Del Lungo promosse e caldeggiò l’iniziativa, vedendo nelle opere di Galileo una fonte inestimabile per la redazione del Vocabolario. Il Favaro lo definirà «prezioso consigliere prima, compagno desideratissimo poi» ed esalterà il loro legame come un «esempio forse non molto frequente di concordia sorta dalla reciproca stima, alimentata da una perfetta identità d’intendimenti e mantenuta attraverso ostacoli gravissimi dalla fede inconcussa in un altissimo ideale».
  • Nell’adunanza del 13 novembre presenta all’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti il progetto di una nuova edizione delle opere di Galileo, a soli venticinque anni di distanza dall’ultimo volume dell’edizione patrocinata dal granducato di Toscana e curata da Eugenio Albèri. Il testo della relazione sarà pubblicato l’anno successivo sugli «Atti» col titolo Intorno ad una nuova edizione delle opere di Galileo.


1882

  • Antonio Favaro viene nominato professore ordinario di statica grafica, cattedra che occuperà nei decenni a venire.


1883

  • A Firenze presso i Successori Le Monnier, e per intercessione di Isidoro Del Lungo, Antonio Favaro pubblica in due volumi Galileo Galilei e lo Studio di Padova, la sua prima grande raccolta documentaria che ricostruisce i diciotto anni del soggiorno padovano di Galileo.
  • Coinvolge Raffaello Caverni nel progetto della nuova edizione delle opere di Galileo, col compito di illustrare i testi con un commento e di ordinare gli scritti galileiani de motu.


1884

  • Sul «Bullettino di bibliografia e di storia delle scienze matematiche e fisiche» Antonio Favaro cura Alcuni scritti inediti di Galileo Galilei tratti dai manoscritti della Biblioteca nazionale di Firenze, una delle sue più importanti raccolte di materiali sconosciuti tratti dalla collezione galileiana.
  • Nel novembre la Società editrice Successori Le Monnier, che in un primo momento avrebbe dovuto pubblicare l’edizione nazionale delle opere di Galileo, inizia a sensibilizzare al progetto il Ministero della Pubblica Istruzione, nel tentativo di ottenere il patrocinio reale, e propone di nominare curatori scientifici Antonio Favaro e Raffaello Caverni, con Isidoro Del Lungo responsabile per la parte filologica.

1885

  • Il primo febbraio Antonio Favaro diviene membro effettivo della Deputazione veneta di storia patria.
  • Negli «Atti dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti» Antonio Favaro pubblica il primo dei suoi scritti di argomento leonardiano, Gli scritti inediti di Leonardo da Vinci secondo gli ultimi studi.
  • Sul «Bullettino di bibliografia e di storia delle scienze matematiche e fisiche» pubblica i Documenti inediti per la storia dei manoscritti galileiani nella Biblioteca nazionale di Firenze, la prima ricostruzione documentata delle vicende delle carte di Galileo e discepoli confluite nella collezione galileiana.
  • Ferdinando Martini, nominato l’anno prima segretario generale del Ministero della Pubblica Istruzione, sollecita il governo a stanziare i fondi per l’edizione nazionale galileiana, facendo ripartire le trattative con gli editori, arenatesi nei mesi precedenti.

1886

  • Negli «Atti e memorie dell’Accademia di scienze, lettere ed arti in Padova» Antonio Favaro pubblica la prima delle ventiquattro serie di Scampoli galileiani, una raccolta di note, spigolature e documenti che sarebbe proseguita fino al 1914.
  • Con la collaborazione di Alarico Carli porta a termine il catalogo della collezione galileiana della Biblioteca Nazionale di Firenze, che a tutt’oggi ne conserva una copia di mano dello stesso Carli. Presentato al concorso indetto dal Ministero dell’Istruzione Pubblica per il miglior catalogo di una raccolta di manoscritti, il lavoro viene premiato. Non verrà tuttavia mai stampato.
  • Antonio Favaro convince Raffaello Caverni a scrivere una Storia del metodo sperimentale in Italia per presentarla al concorso Tomasoni bandito dall’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti.
  • Presso l’editore Zanichelli di Bologna esce l’accurato lavoro sul Carteggio inedito di Ticone Brahe, Giovanni Keplero e di altri celebri astronomi e matematici dei secoli XVI e XVII con Giovanni Antonio Magini tratto dall’Archivio Malvezzi de’ Medici in Bologna, pubblicato ed illustrato da Antonio Favaro.
  • Preoccupato per le condizioni poco floride dell’editrice Successori Le Monnier che avrebbero potuto compromettere il buon esito dell’edizione nazionale, Antonio Favaro consiglia il Ministero della Pubblica Istruzione di rivolgersi ad altre aziende. Vengono presi contatti con l’editore fiorentino Barbèra, che accetta di pubblicare a rischio d’impresa le Opere di Galileo Galilei affidandone le cure ad Antonio Favaro e a Isidoro Del Lungo.


1887

  • Il 20 febbraio viene promulgato un decreto reale che, accollandone le spese allo Stato, pone la nuova edizione galileiana sotto il patrocinio del Ministero della Pubblica Istruzione, allora presieduto da Michele Coppino.
  • Il ministro della Pubblica Istruzione Michele Coppino nomina consultori scientifici per l’edizione nazionale di Galileo Gilberto Govi, Giovanni Virginio Schiaparelli e Angelo Genocchi, che tuttavia morirà poco dopo e verrà sostituito da Valentino Cerruti. Govi e Schiaparelli in particolare avranno peso determinante sulla scelta dei criteri da seguire nel progetto delle Opere di Galileo Galilei.
  • Antonio Favaro fa stampare in italiano, inglese, francese e tedesco una lettera circolare da inviarsi ai principali istituti culturali europei e alla stampa periodica di tutto il mondo, con la quale chiede collaborazione al reperimento di documenti e testi galileiani per l’edizione nazionale.
  • Il 12 aprile sul quotidiano fiorentino «La nazione» esce l’articolo dalle venature polemiche Le Opere di Galileo Galilei, non firmato, ma scritto da Niccolò Nobili, proprietario del giornale, azionista e socio della casa editrice Successori Le Monnier. Dal contenuto Raffaello Caverni apprende di non esser più nella rosa dei curatori scientifici dell’edizione nazionale e incolpa Antonio Favaro dell’accaduto, non sapendo che in aggiunta alla decisione ministeriale di non corredare la nuova edizione di un commento esplicativo, il veto sul suo nome era stato posto da Gilberto Govi. I rapporti fra i due iniziano da questo momento a raffreddarsi e il Caverni diminuirà gradualmente, fino a interromperla, anche la propria collaborazione al lavoro sugli scritti galileiani de motu.
  • La casa editrice Successori Le Monnier, esclusa dal progetto delle Opere di Galileo Galilei, propone di stampare un’edizione economica che riproduca esattamente in formato ridotto i volumi pubblicati dal Barbèra per l’edizione nazionale.
  • Dopo le precedenti nomine a Cavaliere e Ufficiale, il 19 giugno Antonio Favaro viene insignito del titolo di Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia.
  • Nelle «Memorie dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti» esce la Miscellanea galileiana inedita, un’imponente raccolta di studi e ricerche di argomento galileiano curata da Antonio Favaro.

 

1888

  • Iniziano a manifestarsi le prime divergenze sulla cura dei testi fra Isidoro Del Lungo, interessato prevalentemente agli aspetti linguistici, e Antonio Favaro, preoccupato che apparati critici preponderanti o grafie troppo distanti dall’uso moderno possano oscurare il significato filosofico e scientifico dell’opera di Galileo. Gli screzi, che perdureranno abbastanza a lungo allargandosi ai consultori scientifici dell’edizione nazionale da un lato, e dall’altro ad alcuni fra i maggiori esponenti della scuola filologica fiorentina, spingeranno Isidoro Del Lungo a sospendere i lavori minacciando addirittura le dimissioni e si comporranno solo a ridosso dell’uscita del primo volume dell’edizione, grazie alla mediazione conciliante di Antonio Favaro.
  • All’Aia, presso l’editore Martinus Nijhoff esce il primo volume delle Œuvres complètes di Christiaan Huygens, che si concluderanno nel 1950 col XXII volume. Proprio a partire da questo periodo e per svariati anni prima di morire, il matematico David Bierens de Haan, presidente del comitato di edizione dell’opera, intratterrà con Antonio Favaro rapporti epistolari e proficui scambi di informazioni.


1889

  • Nel febbraio il ministro della Pubblica Istruzione Paolo Boselli accoglie favorevolmente la richiesta di Antonio Favaro e Isidoro del Lungo e affida a Umberto Marchesini il ruolo di assistente per la cura del testo dell’edizione nazionale delle Opere di Galileo Galilei.
  • A Firenze la casa editrice Successori Le Monnier pubblica il terzo tomo del primo volume degli Opera latine conscripta di Giordano Bruno, che verranno curati da Felice Tocco e Girolamo Vitelli. L’edizione, i cui primi tomi erano usciti a Napoli negli anni precedenti a cura di Francesco Fiorentino, Vittorio Imbriani e Carlo Maria Tallarigo, diverrà bersaglio delle critiche di Antonio Favaro per i criteri “fotografici” adottati nella preparazione dei testi.

1890

  • Il 6 febbraio all’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti Antonio Favaro relaziona in termini positivi davanti alla commissione del concorso Tomasoni, e la Storia del metodo sperimentale in Italia di Raffaello Caverni vince il premio di 5000 lire.
  • La casa editrice Barbèra stampa il volume I dell’edizione nazionale delle Opere di Galileo Galilei, contenente gli scritti giovanili fino al De motu. Di ogni volume usciranno soltanto 500 esemplari fuori commercio, una tiratura talmente esigua da far gridare a un’«edizione clandestina».
  • La casa editrice Successori Le Monnier pubblica il volume I de Le opere di Galileo Galilei, ristampate fedelmente sopra la edizione nazionale con approvazione del Ministero della Pubblica Istruzione. Si tratta di una versione economica dell’edizione nazionale, compresa nel progetto originario e pensata per un pubblico più vasto, che tuttavia non andrà mai oltre il primo e unico volume uscito.

 

1891

  • Il 20 gennaio Antonio Favaro riceve la nomina a Cavaliere dell’Ordine nazionale della Legion d’Onore, la più alta onorificenza concessa dallo Stato francese.
  • La casa editrice Barbèra stampa il volume II dell’edizione nazionale delle Opere di Galileo Galilei, contenente scritti e materiali degli anni padovani.
  • Sempre presso i Barbèra Antonio Favaro pubblica Galileo Galilei e Suor Maria Celeste, l’edizione integrale delle lettere di Virginia Galilei al padre con una ricostruzione delle dinamiche familiari nella biografia di Galileo.
  • Nelle «Memorie dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti» escono i Nuovi studi galileiani, nei quali Antonio Favaro raccoglie importanti lavori e materiali inediti che confluiranno in parte nei volumi dell’edizione nazionale.
  • Irritato, oltre che per non essere stato ammesso fra i responsabili dell’edizione nazionale di Galileo, anche per la regola del concorso Tomasoni secondo la quale avrebbe potuto entrare in possesso del premio solo a stampa avvenuta, Raffaello Caverni rompe definitivamente i rapporti con Antonio Favaro, già diradati da qualche anno, accusandolo presso le autorità dell’Istituto veneto di aver scritto la relazione per il concorso basandosi soltanto su un riassunto, richiesto espressamente al fine di non leggere tutte le pagine del manoscritto.
  • Presso l’editore Civelli esce a Firenze il tomo I della Storia del metodo sperimentale in Italia di Raffaello Caverni, i cui volumi proseguiranno a uscire parallelamente a quelli dell’edizione nazionale. Solo anni dopo Antonio Favaro si accorgerà delle pesanti trasformazioni decise in fase di stampa rispetto al manoscritto originale, e dei giudizi poco lusinghieri espressi senza mezzi termini nei confronti di Galileo non meno che dei curatori dell’edizione nazionale delle sue opere. In accordo con Isidoro Del Lungo deciderà di ignorare i volumi del Caverni e di non rispondere pubblicamente, per evitare polemiche sterili o qualche altra «velenosa insinuazione… a danno del morto per far dispetto ai vivi».
  • Sotto gli auspici del Ministero dell’Istruzione Pubblica esce a Parigi presso la tipografia editrice Gauthier-Villars et fils il primo dei quattro volumi delle Œuvres de Fermat curate da Paul Tannery e Charles Henry, la cui pubblicazione terminerà nel 1912. Un supplemento uscirà nel 1922 a cura di Cornelis de Waard. Tutti i curatori, soprattutto Paul Tannery, entrano a far parte della rete dei rapporti epistolari di Antonio Favaro.


1892

  • In occasione della celebrazione solenne del terzo centenario dell’insegnamento di Galileo all’Università di Padova Antonio Favaro è delegato a commemorare i diciotto anni padovani di Galileo a nome dell’Ateneo. L’intervento viene poi pubblicato a Firenze presso i Barbèra.
  • La casa editrice Barbèra stampa la prima parte del volume III dell’edizione nazionale delle Opere di Galileo Galilei, contenente il Sidereus nuncius e gli scritti ad esso attinenti. Le mansioni di assistente alla cura del testo in appoggio a Isidoro Del Lungo sono affidate questa volta a Vittorio Lami.
  • Negli «Atti dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti» esce il primo dei sei ritratti che il Favaro dedicherà agli Oppositori di Galileo, l’ultimo dei quali sarebbe uscito nel 1921.
  • Nell’aprile il ministro della Pubblica Istruzione Pasquale Villari, che mai aveva fatto mistero della propria contrarietà verso l’edizione nazionale galileiana, comunica ad Antonio Favaro la decisione di interrompere la pubblicazione dell’edizione economica delle Opere di Galileo Galilei, per l’impossibilità del Ministero di far fronte a spese giudicate eccessive. Il primo volume resterà perciò l’unico pubblicato e Antonio Favaro imputerà più volte a Pasquale Villari la responsabilità di questa scelta.

1893

  • Il 15 gennaio le autorità spagnole nominano Antonio Favaro Commendatore dell’Ordine di Isabella la Cattolica.


1894

  • La casa editrice Barbèra stampa il volume IV dell’edizione nazionale delle Opere di Galileo Galilei, contenente gli scritti attinenti alla polemica sui corpi galleggianti.
  • Negli «Atti dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti» Antonio Favaro pubblica il primo dei quarantuno contributi della serie Amici e corrispondenti di Galileo, che avrebbe visto il suo epilogo nel 1919.

 

1895

  • La casa editrice Barbèra stampa il volume V dell’edizione nazionale delle Opere di Galileo Galilei, contenente la polemica sulle macchie solari e le scritture in difesa del sistema copernicano.
  • A Padova presso la tipografia di Francesco Sacchetto esce la terza e definitiva edizione corretta e aumentata delle Lezioni di geometria proiettiva pubblicate da Antonio Favaro.


1896

  • La casa editrice Barbèra stampa il volume VI dell’edizione nazionale delle Opere di Galileo Galilei, contenente Il saggiatore, gli scritti attinenti alla polemica sulle comete ed alcune scritture coeve di argomento vario.
  • A sette anni dall’inizio della stampa, nella collana “Indici e cataloghi” promossa dal Ministero della Pubblica Istruzione, esce la Bibliografia galileiana (1568-1895), raccolta ed illustrata da Antonio Favaro in collaborazione con Alarico Carli.


1897

  • La casa editrice Barbèra stampa il volume VII dell’edizione nazionale delle Opere di Galileo Galilei, contenente il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo e varie scritture attinenti.
  • A Parigi, sotto gli auspici del Ministero dell’Istruzione Pubblica, l’editore Léopold Cerf stampa il primo dei tredici volumi delle Œuvres de Descartes curate da Charles Adam e Paul Tannery, la cui pubblicazione terminerà nel 1913. Alla morte di Paul Tannery Antonio Favaro ricorderà «la comunanza degli studi e i cinque lustri di attivissima corrispondenza scientifica, fiancheggiata dall’amicizia più cordiale».


1898

  • La casa editrice Barbèra stampa il volume VIII dell’edizione nazionale delle Opere di Galileo Galilei, contenente i Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze con i frammenti attinenti, la Lettera sopra il candor lunare e altre scritture di argomento vario.


1899

  • La casa editrice Barbèra stampa il volume IX dell’edizione nazionale delle Opere di Galileo Galilei, contenente gli scritti letterari.


1900

  • La casa editrice Barbèra stampa il volume X dell’edizione nazionale delle Opere di Galileo Galilei, contenente il carteggio dal 1574 al 1610. La coperta e il frontespizio vengono listati a lutto in seguito all’assassinio di re Umberto I.


1901

  • La casa editrice Barbèra stampa il volume XI dell’edizione nazionale delle Opere di Galileo Galilei, contenente il carteggio dal 1611 al 1613.
  • Antonio Favaro affida a Edmondo Solmi la redazione degli indici dell’edizione nazionale, ma la collaborazione non avrà buon esito.


1902

  • La casa editrice Barbèra stampa il volume XII dell’edizione nazionale delle Opere di Galileo Galilei, contenente il carteggio dal 1614 al 1619.


1903

  • La casa editrice Barbèra stampa il volume XIII dell’edizione nazionale delle Opere di Galileo Galilei, contenente il carteggio dal 1620 al 1628.


1904

  • Col decreto regio del 13 marzo viene istituita l’edizione nazionale degli scritti di Giuseppe Mazzini i cui volumi cominceranno a uscire un paio d’anni dopo. Il ministro della Pubblica Istruzione Vittorio Emanuele Orlando vuole finanziarla decurtando pesantemente i fondi destinati alle Opere di Galileo, condannandole così all’interruzione. La fermezza di Antonio Favaro nel rivendicare il diritto a portare avanti la stampa dei volumi del carteggio, già in fase avanzata, è un antidoto alla sospensione dei lavori, che gli consentirà di condurre a compimento l’intero progetto.
  • La casa editrice Barbèra stampa il volume XIV dell’edizione nazionale delle Opere di Galileo Galilei, contenente il carteggio dal 1629 al 1632.
  • La casa editrice Barbèra stampa il volume XV dell’edizione nazionale delle Opere di Galileo Galilei, contenente il carteggio del 1633.


1905

  • La casa editrice Barbèra stampa il volume XVI dell’edizione nazionale delle Opere di Galileo Galilei, contenente il carteggio dal 1634 al 1636.
  • Antonio Favaro viene eletto presidente dell’Istituto veneto di scienze, lettere e arti, e rimarrà in carica un biennio.

 

1906

  • La casa editrice Barbèra stampa il volume XVII dell’edizione nazionale delle Opere di Galileo Galilei, contenente il carteggio dal 1637 al 1638.
  • La casa editrice Barbèra stampa il volume XVIII dell’edizione nazionale delle Opere di Galileo Galilei, contenente il carteggio dal 1639 al 1642.
  • Con l’articolo Leonardo da Vinci e Galileo Galilei Antonio Favaro inaugura la sua collaborazione alla «Raccolta vinciana», che ospiterà vari suoi interventi di argomento leonardiano.
  • All’Istituto veneto di scienze, lettere e arti, nell’adunanza del 22 aprile, Antonio Favaro commemora Fedele Lampertico, di cui loderà l’aiuto dato in veste di senatore al compimento dell’edizione nazionale galileiana, nel superare «i mali passi che, attesa la mutabilità delle amministrazioni, purtroppo s’incontrano nei lavori promossi dallo Stato».


1907

  • La casa editrice Barbèra stampa la seconda parte del volume III dell’edizione nazionale delle Opere di Galileo Galilei, contenente calcoli osservazioni dei pianeti medicei, molti dei quali in riproduzione facsimilare dagli autografi.
  • Col titolo Galileo e l’Inquisizione la casa editrice Barbèra pubblica integralmente e per la prima volta (salvo un’esigua tiratura anticipata uscita in soli 30 esemplari nel 1902), i documenti del processo a Galileo esistenti nell’Archivio del Sant’Uffizio e nell’Archivio segreto vaticano, in estratto dal volume XIX dell’edizione nazionale e a cura di Antonio Favaro. Il Favaro non riuscirà a ottenere il permesso di vedere i documenti dell’Inquisizione fiorentina e dell’Archivio arcivescovile di Firenze, che saranno pubblicati l’anno successivo presso la Libreria editrice fiorentina, a cura di Michele Cioni.
  • La casa editrice Barbèra stampa il volume XIX dell’edizione nazionale delle Opere di Galileo Galilei, contenente i documenti e le narrazioni biografiche dei contemporanei.
  • Antonio Favaro, insoddisfatto del lavoro svolto, interrompe la collaborazione con Edmondo Solmi e si accolla anche la redazione degli indici dell’edizione nazionale, pur con la collaborazione di Umberto Marchesini.


1909

  • La casa editrice Barbèra stampa il volume XX dell’edizione nazionale delle Opere di Galileo Galilei, contenente indici, supplemento al carteggio e supplemento ai documenti.

 

1910

  • Nell’adunanza del 30 gennaio Antonio Favaro celebra all’Accademia della Crusca il compimento dell’edizione nazionale galileiana ripercorrendo tutte tappe a partire dalle imperfezioni dei tentativi antecedenti. L’intervento verrà pubblicato negli «Atti» col titolo Galileo e le edizioni delle sue opere.
  • Il 7 luglio, passati i gradi di Cavaliere, Ufficiale e Commendatore, viene nominato Grande Ufficiale dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro.
  • Al n. 10 della collana “Profili” dell’editore Formiggini di Modena Antonio Favaro pubblica quello dedicato a Galileo Galilei, che avrà molta fortuna negli anni a venire, come del resto l’intera raccolta. Questo breve profilo rimarrà il principale lavoro dedicato dal Favaro alla vita e alle opere di Galileo: il progetto di una grande opera di sintesi su Galileo «veramente ed esclusivamente » sua non andrà mai in porto.
  • Per la casa editrice Barbèra Antonio Favaro cura la scelta Galileo Galilei. Pensieri, motti e sentenze tratti dalla edizione nazionale delle opere, un elegante volumetto dal formato minimo, alto appena 11 cm.
  • Il volume Leonardo da Vinci pubblicato a Milano dai Fratelli Treves comprende fra gli altri il contributo di Antonio Favaro Leonardo nella storia delle scienze sperimentali. È il testo di una delle conferenze lette a Firenze all’interno di un ciclo organizzato nel 1906 dalla Società Leonardo da Vinci, in cui Antonio Favaro faceva il punto sugli studi leonardiani nell’ambito della storia della scienza, sottolineando il ruolo indispensabile dei manoscritti nella comprensione del suo pensiero.

 

1911

  • Presso la casa editrice Sansoni esce il primo dei cosiddetti volumi divulgativi curati da Antonio Favaro e Isidoro Del Lungo, La prosa di Galileo per saggi criticamente disposti ad uso scolastico e di cultura, una scelta antologica commentata dalle opere di Galileo.
  • Per la cura dell’edizione nazionale delle Opere di Galileo Antonio Favaro vince il Premio Binoux conferito dall’Académie des sciences di Parigi a lavori di storia della scienza.


1912

  • Al n. 21 della collana “Profili” dell’editore Formiggini di Modena, dopo la breve biografia dedicata a Galileo, Antonio Favaro pubblica anche quella dedicata ad Archimede.


1913

  • Negli «Atti dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti» Antonio Favaro pubblica il primo di una serie di contributi di argomento iconografico, gli Studi e ricerche per una iconografia galileiana. Il disegno di un lavoro complessivo sulle rappresentazioni di Galileo nelle arti figurative attraverso i secoli non sarà mai compiuto.


1914

  • Antonio Favaro viene nominato direttore della Scuola d’applicazione per gli ingegneri di Padova, carica che terrà fino al 1917.


1915

  • Presso la casa editrice Sansoni esce il secondo dei cosiddetti volumi divulgativi curati da Antonio Favaro e Isidoro Del Lungo, Dal carteggio e dai documenti: pagine di vita di Galileo, una scelta ordinata cronologicamente, commentata e corredata da svariati indici.
  • All’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti nell’adunanza del 23 maggio Antonio Favaro presenta i suoi Quarant’anni di studi galileiani, una rassegna dei propri lavori sull’argomento prediletto, a partire dalla recensione al volume di Domenico Berti, Copernico e le vicende del sistema copernicano in Italia nella seconda metà del secolo XVI e nella prima del XVII. Preceduto da altre due rassegne analoghe per i venti e i trent’anni dal primo scritto toccante in qualche modo Galileo, il testo verrà pubblicato l’anno successivo sugli «Atti».


1916

  • Negli «Atti e memorie dell’Accademia di scienze, lettere ed arti in Padova» Antonio Favaro pubblica la prima delle sette serie dedicate agli Adversaria galilaeiana, l’ultima delle quali sarebbe uscita postuma nel 1923.


1918

  • Il 16 marzo Antonio Favaro viene eletto a socio corrispondente dell’Accademia dei Lincei. In passato aveva più volte esternato il sospetto di non godere di buona stampa nell’ambiente linceo, poco incline ad accettare a suo avviso che un’impresa imponente e importante come quella dell’edizione nazionale galileiana poggiasse sulle spalle di una personalità estranea all’Accademia.
  • Nel giugno viene nominato membro della nuova Commissione vinciana presieduta da Mario Cermenati. Alla Commissione erano stati affidati il progetto e la cura dell’edizione nazionale delle opere di Leonardo da Vinci.

 

1919

  • Nel decimo fascicolo della «Raccolta vinciana» Antonio Favaro pubblica il lungo articolo Passato, presente e avvenire delle edizioni vinciane, ricco di informazioni sulla storia dei manoscritti leonardiani, sui diversi tentativi di pubblicazione e sulle regole metodologiche necessarie alla loro edizione integrale.


1920

  • Il 10 giugno Antonio Favaro diviene Cavaliere di Gran Croce decorato del Gran Cordone dell’Ordine della Corona d’Italia.


1921

  • L’11 dicembre Antonio Favaro è insignito anche del titolo di Cavaliere dell’Ordine del Merito Civile di Savoia.


1922

  • Come contributo della R. Deputazione veneta di storia patria alla celebrazione del VII centenario dell’Università di Padova, presso le Officine Grafiche C. Ferrari di Venezia Antonio Favaro pubblica l’ultima sua importante fatica, il Saggio di bibliografia dello studio di Padova, 1500-1920.
  • Antonio Favaro muore improvvisamente a Padova il 30 settembre 1922.
  • Il 3 ottobre vengono celebrati i funerali in forma strettamente privata e senza pubbliche cerimonie, come da sue disposizioni in vita. Antonio Favaro viene sepolto nel Cimitero Maggiore di Padova.
  • Nella seduta del 19 novembre Isidoro Del Lungo commemora Antonio Favaro all’Accademia dei Lincei. In quell’occasione rilancia l’idea di un’«edizione divulgativa» delle opere di Galileo, riprendendo il vecchio disegno di una versione economica dell’edizione nazionale che Antonio Favaro aveva visto interrompere vent’anni prima dal ministro Pasquale Villari. Nonostante l’unanime approvazione della Classe di scienze morali, storiche e filologiche e del presidente Vito Volterra, il progetto non andrà mai in porto.


1923

  • Presso l’editore Zanichelli di Bologna viene pubblicata postuma l’edizione dei nove libri di Leonardo da Vinci Del moto e misura dell’acqua, ordinati da Luigi Maria Arconati ed editi sul codice archetipo barberiniano da Antonio Favaro ed Enrico Carusi.
  • Nella collana “Vinciani d’Italia: biografie e scritti” dell’Istituto di studi vinciani in Roma diretto da Mario Cermenati, stampata dalla Casa libraria editrice italiana P. Maglione e C. Strini successori E. Loescher, esce il volumetto dedicato a Gilberto Govi ed i suoi scritti intorno a Leonardo da Vinci, un profilo e una raccolta dei lavori del Govi su Leonardo curati da Antonio Favaro e preceduti da un necrologio dello stesso Favaro, scomparso l’anno precedente, siglato dal Cermenati.


1929

  • Sotto l’alto patronato del re d’Italia e di Benito Mussolini la casa editrice Barbèra pubblica il primo volume della ristampa dell’edizione nazionale delle Opere di Galileo Galilei, accresciuta di svariate aggiunte, che sarebbe proseguita fino all’ultimo volume per i successivi dieci anni in funzione della celebrazione del genio italico. Dirigono l’operazione Antonio Garbasso prima e Giorgio Abetti poi. Nel ruolo di consultori scientifici si avvicendano Angelo Bruschi ed Enrico Fermi, con Guido Mazzoni come coadiutore letterario e Pietro Pagnini come assistente alla cura del testo. Nello stesso anno Benito Mussolini firma i Patti Lateranensi con le autorità della Santa Sede, che l’anno successivo procederanno alla canonizzazione di Roberto Bellarmino.


1943

  • Giuseppe Favaro stabilisce che le carte del padre debbano entrare a far parte del patrimonio della Domus Galilaeana di Pisa, istituita due anni prima su iniziativa di Giovanni Gentile. Dopo svariati rinvii dovuti alla guerra, l’archivio di Antonio Favaro giungerà nelle mani del presidente, Sebastiano Timpanaro sr.


1964

  • Il Comitato nazionale per le manifestazioni celebrative del quarto centenario della nascita di Galileo Galilei promuove la seconda ristampa dell’edizione nazionale delle Opere di Galileo Galilei, sotto l’alto patronato del presidente della Repubblica Italiana Giuseppe Saragat, e la affida sempre all’editore Barbèra. La tiratura integrale dei venti volumi richiederà due anni, ma verrà distrutta dall’alluvione del 1966. Nel 1968 l’edizione verrà nuovamente ristampata sotto gli auspici del Ministero della Pubblica Istruzione.