1822-1884

Nato a Ponte Buggianese nel 1822 e battezzato Giulio Isdegerde, studiò presso gli Scolopi fiorentini sotto la guida di Giovanni Inghirami, Eusebio Giorgi, Giovanni Antonelli e Numa Pompilio Tanzini. In quel periodo sedevano sugli stessi banchi gli ancor giovani Eugenio Barsanti, Everardo Luigi Micheli, Celestino Zini e Alessandro Serpieri. Ancor prima di prendere i voti, insegnò latino a Urbino e matematica e fisica a Volterra. Sacerdote dal 1846 col nome di Filippo, entrò dal 1848 fra i docenti delle Scuole Pie di San Giovannino. Autore di articoli di fisica fin dalla metà degli anni ’50, fu coinvolto anche in applicazioni pratiche ad uso pubblico, come l’illuminazione elettrica di Piazza Pitti a Firenze in occasione della visita di papa Pio IX, la costruzione di un barometro a bilancia e di un termometro metallico per la Loggia dell’Orcagna, realizzati con Giovanni Antonelli, col quale replicò l’esperienza del pendolo di Foucault, in occasione della sostituzione dei parafulmini sulla cupola del Duomo di Firenze. Nel 1872 successe all’Antonelli nella direzione dell’Osservatorio Ximeniano. Specializzatosi in geofisica e meteorologia, oltre a promuovere la costruzione di vari osservatori meteorologici, si dedicò alla progettazione di vari sismografi, come quello elettrico a carta affumicata scorrevole o il microsismografo, premiati con la medaglia d’oro all’Esposizione nazionale di Torino nel 1884. Fece parte del panorama della formazione di Raffaello Caverni, fra le Scuole Pie di San Giovannino e l’Osservatorio Ximeniano. Morì a Firenze nel 1887.

Filippo Cecchi (1822-1884)