1860-1928

Dino Giovannozzi al secolo, nacque nel 1860 a Firenze da famiglia agiata. Ricevuta l’istruzione elementare prima in famiglia e poi all’Istituto Graziani di Firenze, nel 1872 fu iscritto alle Scuole Pie di San Giovannino sotto la guida di Giuseppe Manni, e già nel 1876 era novizio al Pellegrino, per giurare poi nel 1879 prendendo il nome di Giovanni. Nell’Ordine ebbe come guide Celestino Zini, Mauro Ricci e Filippo Cecchi. Frequentò poi l’Istituto di Studi Superiori di Firenze, dove conseguì la licenza in scienze naturali sotto Adolfo Targioni Tozzetti. Inviato nel 1880 a completare gli studi alla facoltà di scienze dell’Università di Roma, studiò con Stanislao Cannizzaro, laureandosi in chimica l’anno seguente. Rientrato a Firenze, nel 1882 prese i voti e passò velocemente da maestro elementare a professore di fisica e chimica in San Giovannino. Morto improvvisamente Filippo Cecchi nel 1887, gli subentrò alla direzione dell’Osservatorio Ximeniano di Firenze. Interessato alla sismologia e alla meteorologia (si dedicò per anni persino alla progettazione di parafulmini), affiancò alle sue ricerche un’intensa attività pubblicistica e divulgativa, contribuendo allo svecchiamento della cultura cattolica (anche in tema di evoluzionismo), con posizioni progressiste e conciliatorie di ascendenza rosminiana. Accusato di modernismo e liberalismo insieme a Ermenegildo Pistelli e Tommaso Catani, non fu espulso dall’ordine, come papa Leone XIII aveva chiesto, solo per l’intervento dell’arcivescovo di Firenze Alfonso Maria Mistrangelo. Allontanato comunque, almeno per qualche anno, dall’insegnamento della religione, e nel 1905, pontefice Pio X, anche dalla predicazione, si concentrò sugli studi scientifici e storico-scientifici, tenendo unicamente la direzione del rettorato del Cepparello in via del Corso e delle Scuole Pie. Colpito da un esaurimento nervoso anche a seguito della morte della madre, trascorse un lungo periodo a Viareggio, lasciando a Guido Alfani la direzione dell’Osservatorio Ximeniano. Presto riabilitato, riprese l’insegnamento religioso, ma non riuscì a impedire per anni la chiusura del liceo delle Scuole Pie, giudicato antieconomico per la scarsità di iscritti. La promulgazione da parte di papa Pio X dell’enciclica Pascendi gregis contro il modernismo, pur non toccandolo personalmente, lo colpì nei suoi propositi conciliatori fra evoluzionismo e creazionismo cattolico, portando a un progressivo annacquamento delle sue inclinazioni rosminiane. Non soffrì invece la sua produzione scientifica e storico-scientifica, che trasse linfa anche dalla lunga collaborazione con la «Rassegna nazionale». Per la sua produzione apologetica e per l’attività didattica nel 1911 ebbe una laurea honoris causa in teologia ed entrò a far parte del Collegio teologico fiorentino per nomina vescovile. Alla vigilia del primo conflitto mondiale abbandonò la conduzione del Cepparello per dedicarsi agli studi, che lo portarono per gli archivi di Firenze, Pisa e Roma alla ricerca di documenti su Galileo, la sua scuola e i primi scolopi fiorentini, che avrebbe dato i propri frutti negli anni a venire. Nel 1917 fu chiamato a far parte della Società italiana dei XL e dell’Accademia pontificia dei Nuovi lincei. Nel 1923, nominato assistente generale degli Scolopi, fu costretto a stabilirsi a Roma, dove frequentò attivamente gli ambienti culturali, fino ad essere inserito dal governo fascista nella commissione che valutava i testi per l’insegnamento della religione. Rientrato a Firenze per motivi di salute, vi morì nel 1928. Affezionato a Raffaello Caverni, che aveva conosciuto da studente nei corridoi di San Giovannino, diventò intrinseco del nipote Egisto, che gli mise a disposizione l’archivio privato. Dalla commemorazione pubblicata per il decennale della morte nacque il profilo biografico Un tedesco di Montelupo, che è stato per anni testo di riferimento per chi fosse interessato alla vita e all’opera del Caverni.

Giovanni Giovannozzi (1860-1928)