1822-1895

Nato a Siena nel 1822 dal medico e rabbino mancato Mordekai, rinomato educatore della gioventù ebrea, conosciuto a Firenze col nome di Angelo, e da Benvenuta Bemporad, si associò al fratello Alessandro (1818-1893), fondatore di una tipografia editrice specializzata all’inizio nei manuali universitari di medicina, per assumere le funzioni di amministratore e poi di direttore. La sua gestione portò la tipografia di famiglia ad esser considerata una delle più solide e affidabili attività editoriali fiorentine. Dal 1842 entrò in rapporti con la Tipografia Elvetica di Capolago, quartiere di Mendrisio, che dal Canton Ticino esportava clandestinamente i testi patriottici del risorgimento italiano, che venivano poi diffusi sottotraccia dai librai italiani. Nel mirino della polizia anche per alcune stampe clandestine, la libreria Paggi, che aveva trovato sede definitiva in via del Proconsolo a Firenze, subì diverse perquisizioni a partire dalla fine del 1846, ma riuscì ad essere comunque un centro vivo e pulsante nella diffusione della civiltà e della cultura italiana risorgimentale. Nel 1851 il primo volume della collana “Biblioteca italiana” inaugurò un progetto ambizioso, concretizzatosi solo in parte, che dagli autori contemporanei avrebbe voluto risalire fino a una nuova, rigorosa, edizione delle opere di Giambattista Vico, mai andata in porto. Avendo fatto della libreria un punto d’incontro degli ambienti liberali più aperti, Felice Paggi si pose già prima dell’Unità l’obiettivo di fare gli italiani. Ne nacque nel 1857 la “Biblioteca scolastica” collezione di testi ad uso di ogni ordine di scuola (spesso corredati da note lessicali redatte dallo stesso Paggi affinché si potessero superare le difficoltà dei non toscani), che unisse ai contenuti l’eleganza e la correttezza della lingua e che fra i vari nomi di spicco all’epoca, da Pietro Thouar a Gino Capponi, da Pietro Dazzi a Ida Baccini, da Augusto Alfani a Ferdinando Martini o a un giovane Ermenegildo Pistelli, avrebbe visto anche quello di Raffaello Caverni che nel 1888 vi avrebbe pubblicato Con gli occhi per terra: nozioni intorno alla natura e alle proprietà di alcune sostanze minerali. Ma il talento la cui scoperta amplificò il nome dei fratelli Paggi fu quello di Carlo Collodi, che a partire da una traduzione italiana dei Racconti delle fate di Perrault, attraverso libri di lettura per ragazzi e adulti (come Giannettino od Occhi e nasi) e libri scolastici particolarmente apprezzati, approdò nel 1883 alla raccolta in volume delle Avventure di Pinocchio, già uscite a puntate sul «Giornale per i bambini». Nel 1889 i fratelli Paggi cedettero la libreria editrice a Roberto Bemporad, genero di Alessandro, e a suo figlio Enrico che, morto il padre nel 1890, ne rimase unico direttore. Felice Paggi morì a Firenze nel 1895.

Felice Paggi (1822-1895)